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Sinossi

Amedeo, Dedo per gli amici, è un bambino dolce e sensibile. Ama alla follia l'arte e la letteratura e soprattutto i versi del poeta Giorgio Caproni che ascolta quotidianamente grazie ad un vecchio walk-man; è questo l'unico modo per estraniarsi dalla realtà circostante e dal rude ignorante padre che considera la "curtura" roba da femminucce.

 

Un giorno scopre nella cantina di un amichetto un antico baule, in cui è custodito un vecchio cappotto di lana appartenuto proprio a Giorgio Caproni; lo prende e dalla felicità decide di non toglierselo mai di dosso, suscitando nel padre rabbia e rimproveri. La mattina seguente però il cappotto color cammello è sparito. Dedo comincia allora a vagare per Livorno; inizia così la magica avventura che lo porterà nel fatato mondo della sua più creativa immaginazione.

 

Il regista

 

Nato a Livorno il 21 giugno del 1981.

Appassionato di fotografia e cinema si laurea prima in DAMS e poi, nel 2006 con il massimo dei voti, in Tecniche dell' Audiovisivo​​​​​​​​​​.

​E' autore di videoclip, spot, backstage di film e documentari


​Nel 2012 vince il Backstage Film Festival con il dietro le quinte del film "10 regole per fare innamorare" di Cristiano Bortone.

 

Con "Il Cappotto di Lana" ottiene 49 selezioni ufficiali e 16; il successivo cortometraggio "Due giorni d'estate" (2014) viene presentato al 67° Festival di Cannes e distribuito in 11 paesi.

 

Come aiuto regia ha lavorato invece nel cinema e nella pubblicità con importanti registi italiani tra cui Fausto Brizzi, Daniele Luchetti, Sergio Rubini, Enrico Oldoini, Paolo Costella, Luca Lucini, Luca Miniero e Paolo Genovese. Ha collaborato anche in casting per serie tv e film.

 

Il progetto fotografico "I luoghi di Modigliani tra Livorno e Parigi" (2014)  è stato esposto a Livorno, Pisa (Palazzo Blu) e Torino. Nel 2016 sarà a Parigi.

L'omonimo libro-catalogo è edito da Erasmo.

 

www.lucadalcanto.com

Il cappotto di lana  è un omaggio a Caproni e alla sua poesia, dolce, sensibile e nostalgica. E’ una fiaba, completamente frutto dell’invenzione degli sceneggiatori, che ruota intorno ad una delle più belle composizioni del poeta labronico: Ultima preghiera. 

 

Il protagonista è Amedeo, Dedo per gli amici, un bambino di 13 anni un po’ atipico per i tempi che corrono; è dolce, sensibile, ama l’arte e la letteratura. Invece che giocare alla Playstation legge libri e ascolta musica e poesie ad un vecchio obsoleto walk-man.  Solo quello e la mamma, decisamente più amabile rispetto al rude ignorante padre, buffo e ridicolo nella sua volgarità popolaresca figlia di un Paese e di una città in preda ad una recessione culturale senza precedenti, riescono ad estraniarlo dal mondo circostante.

 

Ed è proprio per questo che Il cappotto di lana vuole anche essere un omaggio a Livorno, una città che sembra aver smarrito la propria identità, un luogo dove i suoi stessi abitanti hanno ormai perso ogni speranza e, soprattutto, la memoria di ciò che questo centro era fino a 70 anni fa, polo turistico e culturale del Mediterraneo; una città “malata di spazi” - come racconta lo stesso Caproni nelle sue poesie – con le sue immense piazze aperte ai venti, una città popolare, verace, ma a suo modo colta e ricca di storia, con monumenti e luoghi di cultura ormai lasciati nell’oblio.

 

E così il cortometraggio vede al suo interno continui rimandi a livornesi illustri, soprattutto Modigliani e Piero Ciampi, artisti geniali, affascinanti e “maledetti”, come affascinante e ormai “maledetta” sembra essere la loro città natìa.
E’ il padre di Dedo che incarna perfettamente quella pessimistica disillusione che affligge ormai i livornesi da qualche decennio e che lentamente, come un virus letale, sta facendo smarrire ogni memoria storica. Amedeo (l’anima caproniana) e sua madre Nara sono le eccezioni che confermano la regola e che lasciano tuttavia spazio alla speranza di un ritorno alle origini.

 

E infine il, cappotto di lana. Beh quello è solo un pretesto (e un incubo per gli attori che a fine luglio dovranno indossarlo) per raccontare Giorgio Caproni, la sua poesia e come la fantasia di un bambino possa decollare dalle più piccole e apparentemente insignificanti cose di tutti i giorni.

Note di regia

IL CAPPOTTO DI LANA

un cortometraggio di Luca Dal Canto

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